mercoledì 28 novembre 2012

Le Accademie italiane sono fuori dal circuito internazionale. C’è ancora speranza per l’arte nostrana?




Che l’Università italiana sia nel pieno della fase discendente della sua parabola è noto a tutti, ma che facesse un tonfo così sonoro davvero non ce lo si aspettava. Le Accademie delle Belle Arti italiane, da quella di Firenze a quella di Roma sono state ufficialmente considerate fuori dal circuito delle università internazionali ed europee, come dire: vuoi che l’arte diventi il tuo mestiere? Impara ad arrangiarti. La notizia non può che destare scalpore se si pensa a quanto antiche siano le Accademie d’arte italiane e di quale eredità culturale esse siano figlie a dispetto di quelle del resto d’Europa.

E’ paradossale, ma a quanto pare la storia millenaria delle città italiane e della loro architettura non ha alcun valore anzi, gli studenti italiani sono talmente snob da preferire una preparazione più europea andando altrove, lasciando il patrimonio artistico del proprio paese come un orfano alla ricerca della madre. Ma per fortuna che a pensarci (al suo paese ovviamente) c’è Giuseppe Scalera che ha depositato ufficialmente presso la VII Commissione Culturale della Camera dei Deputati una proposta di legge per trasformare le venti accademie di Belle Arti italiane in vere e proprie facoltà universitarie.

Una proposta coraggiosa che serve a restituire quel senso olistico e multidisciplinare che caratterizza o dovrebbe caratterizzare il sapere universitario e che vede schierate in prima linea personalità autorevoli del mondo dello spettacolo e della cultura, per sostenere gli intenti ammirevoli di Scalera. Rita Levi Montalcini, Gillo Dorfles, Dario Fo, Achille Mauri, Claudio Magris e tanti altri si sono mostrati entusiasti e favorevoli ad una riforma universitaria che si diriga in tal senso. Solo in questo modo è possibile recuperare la propria identità di individuo appartenente ad un  territorio accettando le altre. Un sapere autentico si basa sulla conoscenza delle varie discipline, quelle artistiche comprese.


Fonte: L’UNICO

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