venerdì 23 novembre 2012

In Sicilia si potrebbe vivere di sola cultura ed arte.




Oltre 250mila nuovi posti di lavoro al Sud, di cui 100mila laureati, potrebbero essere creati nel settore dell’industria culturale grazie a precisi interventi di politica industriale misti a strumenti di valorizzazione del patrimonio.

La stima della Svimez è contenuta nella nota del vice direttore Luca Bianchi dal titolo “Le potenzialità dell’industria culturale nelle regioni del Mezzogiorno“. Secondo dati Eurostat, nel 2010 il settore dell’industria culturale ha dato lavoro a 16,4 milioni di persone. Un settore interessante, che tiene la crisi, crescendo dell’1,3% dal 2008 al 2010, e che occupa soprattutto donne (45% sul totale degli occupati nel settore) e laureati (53%).

Nel 2010 dei circa 1,6 milioni di occupati in Italia nel settore, circa l’85%, cioè 1 milione 356mila, sono al Centro-Nord e soltanto 275mila al Sud. Il Sud è la Cenerentola dell’industria culturale è la Sicilia fa registrare 57.291 occupati.

Cosa manca al Sud, ed alla Sicilia in particolare, per colmare questo gap occupazione nel settore culturale?
E’ chiaro che emerge la necessità di affiancare a interventi volti alla valorizzazione del patrimonio culturale anche strumenti di politica industriale che cerchino di attivare comparti di produzioni ad esso connesso. Oggi più che mai la produzione di cultura, la propensione alla qualità e al bello deve dunque incrociare l’innovazione, la ricerca, la nuova frontiere della green economy per determinare importanti effetti sull’occupazione qualificata. Gli spazi di crescita sono importanti soprattutto nelle regioni meridionali come la Sicilia che, del suo patrimonio artistico-culturale, non ha nulla da invidiare a nessun altro luogo sulla Terra!


Fonte: Tempi e Terre

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