Oltre 250mila nuovi posti di lavoro al Sud, di cui 100mila laureati,
potrebbero essere creati nel settore dell’industria culturale grazie a precisi
interventi di politica industriale misti a strumenti di valorizzazione del
patrimonio.
La stima della Svimez è contenuta nella nota del vice direttore Luca
Bianchi dal titolo “Le potenzialità dell’industria culturale nelle regioni del
Mezzogiorno“. Secondo dati Eurostat, nel 2010 il settore dell’industria
culturale ha dato lavoro a 16,4 milioni di persone. Un settore interessante,
che tiene la crisi, crescendo dell’1,3% dal 2008 al 2010, e che occupa
soprattutto donne (45% sul totale degli occupati nel settore) e laureati (53%).
Nel 2010 dei circa 1,6 milioni di occupati in Italia nel settore,
circa l’85%, cioè 1 milione 356mila, sono al Centro-Nord e soltanto 275mila al
Sud. Il Sud è la Cenerentola dell’industria culturale è la Sicilia fa
registrare 57.291 occupati.
Cosa manca al Sud, ed alla Sicilia in particolare, per colmare questo
gap occupazione nel settore culturale?
E’ chiaro che emerge la necessità di affiancare a interventi volti
alla valorizzazione del patrimonio culturale anche strumenti di politica
industriale che cerchino di attivare comparti di produzioni ad esso connesso.
Oggi più che mai la produzione di cultura, la propensione alla qualità e al
bello deve dunque incrociare l’innovazione, la ricerca, la nuova frontiere
della green economy per determinare importanti effetti sull’occupazione
qualificata. Gli spazi di crescita sono importanti soprattutto nelle regioni
meridionali come la Sicilia che, del suo patrimonio artistico-culturale, non ha
nulla da invidiare a nessun altro luogo sulla Terra!
Nessun commento:
Posta un commento