lunedì 19 novembre 2012

Difendere l’Arte: la nuova mission di Palermo.




È diventata un’impresa degna delle più ardue fatiche di Ercole, in particolare se la città in oggetto è Palermo. Stiamo parlando della difesa dei monumenti, una missione difficile da portare avanti e che sta diventando un problema sempre più attuale per la comunità. Centinaia di luoghi artistici sono stati “sporcati” da graffiti e messaggi di dubbia utilità sociale, con costi di rimozione che gravano, ovviamente, a bilancio comunale.
Questa volta abbiamo avuto l’occasione di osservare il caso del Monumento al Cinquantenario della Liberazione di Palermo, costruito agli inizi del 1910. La Statua della Libertà – uno dei beni architettonici più famosi della città, è stata “vandalizzata” da varie scritte disegnate da anonimi graffitari, tra le quali spiccano massime del calibro di «Peter ti adoro» o «Eros si a me vita». Non sappiamo se quest’ultima frase fosse riferita al celeberrimo cantante italiano, quello che purtroppo sappiamo è che il monumento adesso richiede una costosa pulizia per rimuovere le scritte in questione.
Il caso del Monumento al Cinquantenario non è ovviamente un caso isolato; basta per esempio ricordare il caso del Palchetto della Musica di piazza Castelnuovo, imbrattato da una “dedica amorosa”, la cui rimozione, al Comune di Palermo, è costata intorno ai 40000 euro.
Telecamere? Ronde? Multe colossali? Cosa si può fare per fermare tutto questo? Si potrebbe, ad esempio, iniziare a lavorare su due livelli, uno a breve e l’altro a lungo termine.
Nel breve termine, la soluzione potrebbe essere quella dei servizi di sorveglianza nei principali luoghi artistico-monumentali della città. Coloro i quali fossero sorpresi ad imbrattare la cosa pubblica, dovrebbero pagare i danni da loro causati. Per quanto riguarda la fase a lungo termine, si potrebbe iniziare a lavorare sui bambini e sugli adolescenti, la cui mente è certamente più aperta a recepire messaggi, come ad esempio quello che l’arte va rispettata e difesa. Il momento della gita non deve rappresentare, per i giovani studenti, un momento per saltare ore di scuola, bensì un momento nel quale capire ed apprezzare l’importanza dell’arte per una città che, sul turismo, dovrebbe basare uno dei pilastri principali della propria attività economica.


Fonte: Rosalio - di Pietro Minardi 

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