"Largo ai giovani!", affermazione quasi in loop che si è rivelata spesso solo uno sterile monito da sbandierare in conferenza stampa. Ma stavolta Bologna ce la mette tutta per tirare fuori una verve intellettuale. SetUp, la prima fiera di arte indipendente, si è aperta ieri sera con una formula che cerca di fare, almeno di una parte della città, un laboratorio di nuovi talenti under 35. Il modello è quello delle fiere collaterali o "parassite" che fanno da pendant alle fiere madri, da Basilea a Miami, Londra e Torino. E che puntano sui low budget e i giovani, riscattandoli dal ruolo in cui oggi spesso sono usati di fiore all'occhiello di imprese (gallerie e non solo) che vogliono svecchiare la propria immagine.
A Bologna gli spiriti ribelli che scommettono in controtendenza, rispondono ai nomi di: Simona Gavioli, Marco Aion Mangani e Alice Zannoni (ideatori e direzione organizzativa), Antonio Arévalo, Martina Cavallarin, Valerio Dehò, Viviana Siviero ed Eugenio Viola (comitato scientifico); insieme hanno messo in piedi SetUp, sfruttando gli spazi dell'Autostazione di Bologna, con uno stile che ricorda più la Factory che il supermarket (come sottolineato anche a Exibart nell'intervista pubblicata il 21 gennaio 2013).
E l'opening ha confermato il clima di scanzonata confusione, proposte così e così, aria molto low budget e parecchio entusiasmo, con la festa che è andata avanti fino a tardi.
Fonte: Exibart
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