lunedì 3 aprile 2017

Con la fotografia alla riscossa l'arte si scopre democratica


Un mercato in crescita grazie a quotazioni meno irraggiungibili e alla sua vocazione pop. E intanto si moltiplicano le kermesse dedicate tutte o in parte al settore. Da Miami a Milano.

L’opera d’arte che ha fatto della riproducibilità la sua stessa ragione non perde il suo fascino. Anzi, lo guadagna. La fotografia è l’oggetto d’arte che più ci si può permettere ed è ormai alla conquista del mercato. Dagli scatti d’autore al reportage, dalle stampe vintage alla post-produzione, dal bianco e nero ai fotomontaggi. È una galassia complessa e insieme ipnotica. 

Un mondo per addetti ai lavori a caccia di esemplari rari o di maestri, ma anche per neofiti attratti da una forma d’arte che ha due grandi vantaggi: costi (in media) più contenuti e aspetto glamour di una ricerca estetica (spesso) virata verso funzioni di arredo o decoro. Parole che fanno arricciare il naso agli esperti del settore. Ma spiegano bene i valori aggiunti della fotografia che stanno scaldando il mercato e accendendo le luci su una serie di fiere deputate totalmente al mezzo. Come la celebre e storica Paris Photo oppure la neonata Photo London; o, ancora, il MIA di Milano. Ma a questo circuito di kermesse a tema, si sono affiancate, negli ultimi anni, le grandi fiere di arte moderna e contemporanea. Da Miami a Basilea, con Art Basel, da Arco Madrid fino al milanese MiArt, gli stand di fotografia sono aumentati, affiancandosi a quelli tradizionali e scalando le offerte. La sensazione è che non esista più la vecchia scissione fra gallerie che trattano esclusivamente foto e quelle che affondano sui generi classici. È un panorama misto, specchio di una nuova ripartizione del mercato.

Il periodo buio della crisi sembra aver infatti favorito questo ambito, complici le quotazioni più accessibili, rispetto all’effetto intimidatorio di capolavori dai prezzi astronomici. Un fattore che rende democratica l’arte dell’obiettivo è certamente la logica delle tirature, simile a quella della stampa d’arte; si possono acquistare nomi big con valori proporzionati al numero di esemplari in circolo. La cosa non pregiudica la qualità del pezzo, che rimane autografo ma più pop; esattamente come le litografie di Miró rispetto ai suoi quadri: sono multipli, ma firmati. E il ventaglio dei prezzi è ampio. Basti pensare al genere amatissimo delle foto di moda e i ritratti delle star, il cosiddetto "fashion". Helmut Newton da Sotheby’s ha incassato di recente un world record di 670mila euro per un poker delle sue supermodel senza veli. Sul fronte italiano, i nomi storici più amati sono Luighi Ghirri, Olivo Barbieri, Mario Giacomelli.


Estratto da un articolo di Chiara Gatti per “Repubblica”

Luigi Ghirri
Mario Giacomelli
Olivo Barbieri
  

Nessun commento:

Posta un commento