martedì 21 aprile 2015

Una guida ci fa scoprire i piccoli musei della Sicilia.



All’interno del museo Pitrè è stato presentato l’interessante volume "Viaggio nei piccoli musei della Sicilia" di Valeria Patrizia Li Vigni e Chiara Sciortino (Edizioni d'arte Kalós), una guida ai piccoli musei della Sicilia che si propone come agile strumento per chi voglia visitare luoghi poco noti ma di grande interesse della nostra Isola, cogliendo attraverso le raccolte esposte la storia, la cultura, le tradizioni, le produzioni la cui memoria si cerca di preservare, conservare e tramandare ai posteri.
Attraverso pratiche e sintetiche schede i musei vengono presentati secondo una suddivisione per aree geografiche con il riferimento alla tipologia di appartenenza (musei naturalistici, storici, etnoantropologici, interdisciplinari, archeologici, ecc.) e il volume è inoltre arricchito da otto mappe che individuano per ogni tipologia i musei sul territorio.
In passato lo studio di tradizioni etnoantropologici, era considerato uno studio minore, un arte povera e si trascurava questa importante branca del conoscere. Essa costituisce invece la vera ed autentica trasmissione del sapere, della tradizione e del costume di un popolo. E’ I’immagine, la visibilità più di ogni altra cosa che colpisce da subito uno spettatore, uno studioso ed un giovane studente, più di un poderoso volume di uno scrittore famoso.
La miriade di musei minori che sono presenti nell’isola non agevolano la diffusione di tali elementi culturali, occorre concentrarli in poche sedi per accrescerne la fruibilità come pure la loro manutenzione e cura; vi sono musei a Godrano, Corleone ed altri centri minori ma scarso è il numero dei frequentatori, mentre un centro solo o pochi centri in aree facilmente raggiungibili hanno certamente più fruibilità e pubblico per la loro centralità; altri musei sembrano superflui dedicati ad aspetti minori del vivere sociale (museo della vespa, del caffè).
Si è parlato dell’esigenza di un museo della città, già presente in altre cittadine che meno di Palermo hanno i numeri per questa istituzione, per la storia millenaria di Palermo a cominciare dai graffiti della grotta dell’Addaura cui è impedito l’accesso da decenni che costituiscono un unicum da tutelare e fare apprezzare. Potrebbe essere usato a questo scopo il Palazzo delle Finanze, lasciato abbandonato e in preda ai vandali. Una parte di questo Museo potrebbe essere dedicato in specie all’archeologia industriale, al liberty, al periodo della dominazione arabo e normanna. 
Adesso si attende un nuovo allestimento museale del Museo Pitrè e l’arricchimento ulteriore di altro materiale di interesse storico. In atto si è aggiunta una preziosa raccolta di pupi provenienti dalla collezione del grande maestro puparo Cuticchio.

Fonte: sololibri.net

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